Si nota nei testi, lo si vede nei videoclip usciti,
soprattutto in Lazarus dove sembra levitare sopra un letto d’ospedale.
Blackstar è un grande album scritto da un malato terminale, un malato
che trova una nuova vena creativa ricchissima, che ha la forza e il
coraggio di viaggiare verso territori inesplorati in 50 anni di storia,
di provare anche un nuovo modo di cantare fatto di acciaccature e acuti
contro-tempo.
Che si può essere giganti mentre si muore, come gli eroi dei tempi lontani.
La violenza di Colonia è tutta intorno a noi
di Giulia Blasi
Non
abbiamo niente da insegnare a chi arriva qui. Tra il nostro mondo e il
loro c’è solo una fragile barriera, perché in fondo si pensa che la
libertà delle donne sia già troppa.
Avevo forse dodici o tredici anni,
la prima volta che un uomo mi ha messo le mani addosso in pubblico. Non
l’ho mai raccontato a nessuno, né alla mia famiglia né ai miei amici,
ma me lo ricordo molto bene: l’anno no, quello non me lo ricordo, ma il
posto sì, e l’episodio anche. Camminavo sotto i portici che vanno dal
Centro Studi di Pordenone (dove ho frequentato medie e superiori) a
Piazza Duca d’Aosta, diretta all’ufficio di mio padre, che lavorava alle
poste. È un tragitto breve, era ora di pranzo e io stavo, come tanti
bambini, tornando a casa.
Dalla lotta alla povertà alla lotta al povero
di Andrea Gioseffi
La Svizzera, battendo la Danimarca sul tempo, ha deciso
di sequestrare ai rifugiati che entrano nel suo territorio i beni di
valore superiore a 1000 franchi. Se il rifugiato lascia volontariamente
la Svizzera entro 7 mesi, i beni gli saranno restituiti.
Tutte le fumettiste della mia vita
Nessuna
donna è stata selezionata per il Grand Prix di Angoulême, eppure le
autrici di fumetti sono moltissime e molto brave. Se non le conoscete è
il momento di scoprirle
Era il 2003 quando incontrai Marjane Satrapi. Incontrare forse non è il verbo giusto: lei era a Bologna per presentare l’ultimo volume di Persepolis,
e io, che avevo appena iniziato a leggere i cosiddetti “graphic novel”,
ero in fila per una dedica, da vero fan. Ce l’ho ancora quella dedica:
mi scrisse solo “buona fortuna Pietro” (in italiano) e penso sempre che
un po’ di fortuna Marjane me l’ha portata. Ma soprattutto il suo Persepolis è stato uno dei libri a farmi pensare che fare fumetti poteva essere una buona idea.
5 lezioni sul giornalismo che ho imparato dai social media
Perché i social sono la frontiera — e la trincea — dei giornali. E cosa ci dicono del presente e del futuro dell’informazione.
Sono stata social media editor di un grande giornale e
credo di aver imparato alcune cose. Sul giornalismo, più che sui social
media, perché questi funzionano come un prisma capace di rifrangere,
scomporre e rendere visibili molte delle attuali ambizioni e difficoltà
di chi fa informazione.
E
pazienza se nessuno — in un certo senso, nemmeno loro — abbia veramente
idea di cosa diavolo facciano i social media editor. Sì, si intuisce
che abbiano a che fare con i tweet e i post, ma più di lì non ci si
spinge.
Buon compleanno, Wikipedia!
Wikipedia.com è live dal 15 gennaio 2001
— oggi è diventata .org. Sono passati 15 anni da quando Jimmy Wales e
Larry Sanger lanciarono ufficialmente il sito, nato dopo una serie di
esperienze a cavallo tra il mondo delle directory, delle dotcom e di
Nupedia, la prima versione del progetto di Wales di creare
un’enciclopedia online di creare un’enciclopedia online, che ancora
manteneva nel nome il legame con il progetto GNU e il mondo Linus.
Galeotto fu poi l’incontro con Ward Cunningham, il creatore di “wiki”,
ossia la tecnologia che permette a chiunque di creare o modificare
liberamente qualsiasi pagina di un sito web.
“Immaginate
un mondo in cui chiunque può avere libero accesso a tutto il patrimonio
della conoscenza umana. Questo è il nostro scopo.” — Jimmy Wales
10 cose che ho imparato da un pessimo capo
Una raccolta collaborativa per riconoscere (e affrontare) i problemi più diffusi nell’ambiente di lavoro
No, il pessimo capo da cui il titolo non è una persona sola (troppo
facile), è un lavoro corale. Di tanti piccoli capi che ho avuto, che ho
conosciuto, di cui mi hanno raccontato. Che su queste cose anche il
“sentito dire”, il racconto di un amico, serve. Anche se a volte serve
solo a farti sentire meno solo.
Certe mail spaziali
di kerin
Qualche mese fa ho scritto alla NASA per
alcune informazioni riguardo le immagini della missione Cassini, mi
hanno gentilmente risposto pochi giorni dopo. “Fantastico! — ho
pensato — È proprio vero che dall’altra parte dell’oceano tutti
rispondono alle mail”, anche chi non avresti sperato l’avrebbe fatto. E
poi che bello ricevere una mail dalla NASA! Quasi quasi provo a scrivere
a Barack e gli chiedo se preferisce i Beatles o i Rolling Stones,
secondo me anche lui risponde.
Il fornitore al quale ho chiesto il preventivo per la terza volta l’altro giorno, invece, non mi ha ancora fatto sapere niente.
Il fornitore al quale ho chiesto il preventivo per la terza volta l’altro giorno, invece, non mi ha ancora fatto sapere niente.
Stamane
apro pigramente la posta immaginando di non trovare particolari
sorprese quando un nome inatteso balena nella tab Principale:
Cristoforetti, Samantha. NASA.
Ferma tutto.
Glory Hole
Una
storia di provincia. Manlio, imbottito di Viagra, sale a bordo della
sua auto e parte per un viaggio al limite del possibile. Alla fine,
dovrà confrontarsi con ciò che vive dall’altra parte del buco.
Manlio zittì la sveglia premendola sotto il cuscino. Si
alzò e con le ciabatte ai piedi giunse fino al bagno, dove si lavò con
cura i genitali. Inghiottì due pillole di viagra e si affrettò a
vestirsi. Sotto la federa del cuscino la sveglia lampeggiava le sei del
mattino. Con il mazzo di chiavi in mano scivolò fuori dalla casa ancora
addormentata, prese l’ascensore e scese nel ventre umido del parcheggio
sotterraneo. Trovò la macchina dove l’aveva lasciata, parcheggiata di
fronte alla cabina della pompa idraulica di emergenza.
Quattro storie da ascoltare. Coccodrilli ON AIR
Immaginate di comporre un numero e trovare dall’altra parte del telefono uno di noi che vi racconta la sua storia.
A
qualcuno è venuto in mente: ci ha detto che sarebbe stato bello
ascoltare i nostri racconti. Noi ci pensavamo già da un po’ e visto che
di questa persona ci fidiamo, abbiamo deciso di provarci.
E non c’è nessun numero da chiamare, basta solo premere play.
Sense — Il romanzo a puntate
di Metilparaben
Prologo
Nella primavera del 2019 Android
rilasciò il primo sistema operativo in grado di installare app
cerebrali. Il software si chiamava Sense, e nella prima versione era in
grado di far funzionare poche applicazioni semplici (una calcolatrice,
un blocco note e una rudimentale agenda) che venivano gestite con
comandi vocali e visualizzate nel quadrante in alto a sinistra del campo
visivo.
Puoi scriverci a staff@mediumitalia.com, su Twitter @MediumItaliano e Facebook, o scriverci una risposta su Medium con un clic sul tasto “Write a response” qui sotto.
Alla prossima storia!
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